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Riti e Miti - L’Origine della Valle del Sarno: i pelasgi, la lingua e la religione

28 Gennaio 2017 Author :  

Le genti furono tutte accolte e la Valle godé di quell’unione creando ricchezza. I Pelasgi-Sarrasti-Tirreni-Pirati vi avevano portato anche l’invenzione della moneta e vi innalzarono ciminiere di pietre sulle forge rivolte al dio Velchan-Vesuvio per fondere vetro e metalli e praticarvi l’arte sacra del conio. Più tardi, su qualche medaglia, qualcuno inciderà ad onore del popolo Sarno e del suo popolo, Sarninedi, Sarasneisii, nei caratteri di un’arcaiaca lingua, fusasi con il dialetto locale. Come sostiene Ippocrate: - [...] alla natura del territorio si accompagnano gli aspetti fisici degi abitanti ed il loro carattereiii ed essi erano vivaci, ingegnosi e molto religiosiiv. Adoravano la Grande Madre e quando videro il simulacro di pietra ergersi rigoglioso di fronte a loro, fusero i loro destini a quelli degli indigeni. L’Albino, segnatov dalle sorgenti, aveva persino il potere di imitare le parole di chi parlavavi e alcune sue rocce, quello di favorire la gravidanza delle donne. Un clan sarrasto nelle immediate adiacenze di un affluente del Sarno, fu chiamato degli Alafaternivii o degli Alphasarnaviii, cioè dell’Albino e dell’Albino-Sarrasto, uno dei Sarasneisix, uno forse dei Re(g)vini Ravalanix quando il Monte Albino era chiamato anche Ravinoxi, ed un altro dei Tauranixii, quest’ultimo per richiamare le proprie origini; Taur - il cui lemma ha radici indo-ariane e significa sia altura che bosco come il termine greco pagos (notare le trasposizione linguistiche e quindi potrete ben immaginare quanta confusione è stata fatta nel tradurre vari linguaggi) - è una catena montuosa dell’Anatolia che possiede non uno, ma tre Velchan, ovvero tre bocche vulcaniche. Tauraniaxiii, che è stata però identificata ipoteticamente anche in altri luoghi della Campaniaxiv, fu poi cinta da mura e si dice che abbia rivaleggiato anche con la sorella Nùkria (Nuceria) e la vicina Nùvla (Nola)xv, ma questi dati sono insufficienti e confusi.

LA POPOLAZIONE ITINERANTE - Alcune tribù di questa popolazione avevano creato Tauropolae nelle vicine isole di Capri ed Ischia e si erano spinte sù per i monti, creando villaggi e città sull’intera Penisola lasciando lo spirito dei loro morti esalare nei vicini Campi Taurasini, dai Greci chiamati Campi Flegreixvi. Turellaxvii e Tauranoxviii invece, sono rispettivamente due toponimi di Pagani: il primo è il luogo ove si erge il poggio di San Pantaleone ed il secondo, il luogo della così detta Cappelluccia dei Taurani. Il popolo dei Pelasgi-Sarrasti-Tirreni-Pirati-Taurani insieme alle genti autoctone, divenne una comunità progredita, esperta, avventurosa, di artigiani raffinati ed esploratori abili e scaltri ma soprattutto di bravi commercianti. Conoscevamo l’arte della scrittura sacra, dell’antica sapienza e della architettura. Sempre illuminati dai numi e dallo spirito dei morti, ad entrambi dedicavano buona parte delle ore del giorno, vivevano una dimensione esatta della religione ovvero, l’unione con il sé interiore che costituiva l’unione con il trascendente, la Grande Madre, lo Spirito dell’Universo e pertanto, si sentivano forti del proprio armonico equilibrio.

 

 

iLa scritta Sarnined figura in una medaglia custodita presso il Museo di Firenze; cfr. G. Micali, L’Italia avanti il dominio dei Romani, vol. I, Tip. G. Pagani, Firenze, 1821, p.218.

iiCfr. Th. Mommsen, Die Unteritalischen Dialekte, Lipsia 1850, p. 293: Si pensi, ad es., all'iscrizione Sarasneis, in probabile relazione con Sarrastes, su monete osche da Nocera.

iiiCfr. Ippocrate, Sulla varietà dell’aria, dell’acqua e dei luoghi, cap. XXIV: Si troverà in generale che alla natura del territorio s’accompagnano gli aspetti fisici degli abitanti e i loro caratteri.

ivNegli scavi archeologici, passati e contemporanei, effettuati in vari luoghi della Valle, sono stati rinvenuti bracciali mistici, amuleti che recano gli ostenta, ossia i segni rituali come lo svastika, le spirali,lo scarabeo, i cerchi concentrici, le spine di pesce ed il delfino, quest’ultimo certamente simbolo Pelasgo-Tirreno-Sarrasto perché, secondo il mito, fu Bacco a trasformare alcuni di essi in delfini (cfr. Isidoro, Etimologie o Origini, Utet, Torino, 2004, p.62) e poi maschere ed ornamenti rituali, vasi di terra verdastra o di vetro per unguenti sacerdotali, reperti di pietra cadmia per il bronzo, ambra, frammenti ceramici.

vI segni della montagna sono i torrenti e Tauranus significa appunto torrente, letteralmente, secondo qualche studioso: segno della montagna.

viAttraverso la riflessione delle onde sonore, ovvero l’eco.

viiCfr. G. B. Pellegrini, Toponomastica italiana, Hoepli, 1990, p. 369: - dall’indoeuropeo albh= bianco, umbro alfu = alba; spetta a tale radice anche Albinia (Tab. Peut. Rav. V 2) e Albenga in Etruria… Cfr. O. Nazari, I dialetti italici: grammatica, iscrizioni, versione, lessico, U. Hoepli, 1900, p. 19: alfu = alba, Albunea selva dalla quale Fauno, Nume del Lazio, rendeva carmi profetici: era la detta selva in vicinanza del fiume Aniene, oggi Teverone che bagnava il territorio Etrusco. Cfr. O. Nazari, I dialetti italici: grammatica, iscrizioni, versione, lessico, U. Hoepli, 1900, p. 220: - Iscrizioni su monete (di Nuceria Alfaterna) a) diritto: nuvkrinum alafaternum rovescio: re(g)vinum ra(vala)num b) diritto: nuvkrinum alafaternum rovescio: sarasneis c) nuvkrinum alafaternum d) núvkrinúm alfaternúm e) nùvkrinúm alafaternum f) núvk(rinum) alafaternúm g) nuvkirinum alaf(ate)rnum, h) nuvirkum alav(?)fnum, num. p. 215: - diritto rovescio Nucerinorum Alafaternorum degvinum ra...an. num. Cfr. R. S. Conway, The Italic Dialects, Cambridge University Press, Cambridge, 2013, vol. I, pp. 141: - Nuvkirinum Ala...num; Nuvkrinum Alafaternum+Degvinum Ra...nnum, Nuvirkum Alaftern...; Nuvirkum Alavfnum; Arasne… Cfr. Plinio, Naturalis Historiae, Libro III Cap. XII: - In hoc sito ex Aequicolis interiere Comini, Tadiates, Acedici, Alphaterni... Cfr. Plinio, Libro III Cap. V: - Alphaterni in agro Latino item Hernico, item Labicano cognominati. Cfr. G. Reccia, Atella Aderl, Confronti etimologici e riscontri geocartografici, Istituto di Studi Atellani, 2014, p. 17: - Anche nell’etnomino Alfaterni, popolazione che Plinio pone tra gli Equicoli (cfr. Plinio Seniore, Naturalis Historia, Libro III, 17), si nota il nome dall’osco alf/alp, chiaro… Cfr. G. Reccia, Topografonomastica e descrizioni geocartografiche dei casali atellano-napoletani di Grumo e Nevano, Istituto Geografico Militare, Firenze, 2009, p. 113: - Gli Alfaterni arriveranno in Campania e daranno vita al primo nucleo di Nuceria Alfaterna (dall’osco nuv, nuova e krin, rocca, degli Alfaterni) sita sulla riva sinistra del fiume Sarno. Cfr. M. Fresa, Nuceria Alfaterna in Campania, Napoli, 1974. Cfr. Comitato permanente per l'Etruria, Istituto di studi etruschi ed italici, Studi etruschi, Rinascimento del libro, Firenze, 2003, Volume 69, p. 175: - Gli unici Alfaterni noti in Italia al di fuori del territorio equicolo sono gli abitanti di Nuceria, in Campania: una nota leggenda monetale in osco ricorda i Nuv- krinum Alafaternum. Cfr. F. Senatore, Pompei tra Sorrento e Sarno: atti del terzo e quarto ciclo di conferenze di geologia, storia e archeologia, Pompei, gennaio 1999-maggio 2000, Bardi, 2001, pp. 201-207.
viii Cfr. G. Minervini, a cura di, Bullettino Archeologico Napoletano, nuova serie, Cataneo, Napoli, 1859, p. 81: - i Sarrasti furono forse i primi colonizzatori del tratto Nocerino, venendo dall’Epiro e dal Peloponneso, e i primi fondatori di due città sul suo suolo cioè Sarno quasi alla foce del Sarno, ed Alfaterna, alterato da Alfasarna a piedi dell’Albino monte, ripetendo facilmente tal nome per altre antiche ed originarie sedi (Serv. Ad Virgil. Aen. VII v. 738 con l’autorità di Conone) Infatti nell’Illiria fu una città appellata Sarno; ed ivi pure un monte Albio, come nella nostra Alfa Sarna (…) p. 82: - E appunto Nocera fu detta Alfasarna per distinguerla dall’altra città non meno importante del suo agro appellata Sarno più vicina al mare; p.82 in nota n.2 a proposito di monete: Nuvkrinum Alafaternum, che io credo, essendo come il Friedlaender (cfr. J. Friedlaender, Die oskischen Münzen, Leipzig, 1850, p.21) e il d. autore ed altri dicono opportuno al genitivo, significar la gente degli Alfaterni, cioè de’ Sarrasti abitatori a pié dell’Albino della nuova città situata all’occidente. Cfr. D. de’ Guidobaldi, Intorno a varj dolii vinarj rinvenuti al musigno sul Sarno vicino Scafati con pochi cenni su l’origine del nome, Cataneo, Napoli, 1859, p. 12-14 ove l’archeologo e barone De Guidobaldi pone paralleli tra Phalasarna (Cretese) ed Alphasarna (Infatti nell'llliria fu una città appellata Sarno (Sa'pKos): - ed ivi pure un monte Albio, come nella nostra Alfa Sarna E appunto Nocera fu detta Alfasarna per distinguerla dall’altra città non meno importante del suo agro appellata Sarno, Criu-metopon e Nu-Cria o Nuf-Cria, Albio ed Albino tutte e due esposte ad occidente, con lo stesso nome e lo stesso monte, Sarro (Epiro)-Sarno; cria= roccia, rocca…

ixForse: abitanti del Sarno (v. nota n. 220)

xCfr. N. A. Siani, Memorie Storico-Critiche sullo stato fisico ed economico, antico e moderno, della Città di Sarno, Società Filomatica, Napoli, 1816, pp. 66-68: - … sulle monete di III secolo a.C. compaiono altri nomi, probabilmente di gruppi tribali, che restano per noi del tutto misteriosi: dai Sarasneis, ... Re(g)vini Ravalani. Quel Re(g)vini forse ha qualche cosa a che vedere con Rhegium? Perché la presenza di guerrieri campani in Sicilia già nel IV e III sec. a. C. e di altri campani che presidiarono Rhegium all’epoca di Pirro, sta a dimo­strare, amio avviso, che Campania e Sannio hanno un’affinità culturale originaria.

xiCfr. L. Giustiniani, Dizionario geografico-ragionato del regno di Napoli, Parte 2. De' fiumi, laghi, fonti, golfi, monti, promontorj, vulcanj, e boschi, Tomo 11, Vol. 2, G. De Bonis, Napoli, 1816, p. 24.

xiiCfr. Plinio, Libro III, 5. Inoltre il Capaccio, (cfr. lulii Caesaris Capacci. Historiae Neapolitanae, Neapolis, MDCCLXXI, libro 2°, cap, 10; citato in C. Pellegrino, Apparato alle antichità di Capua ovvero Discorsi della Campania felice, Savio, Napoli, 1651, p. 322) ricorda una Taurania situata verso il fiume Sarno e cita Plinio Secondo, lib. III, cap. III.

xiiiTaurania è menzionata da Plinio, Nat. Hist. III, 70: In Campano autem agro Stabiae oppidum fuere usque ad Cn. Pompeium L. Catonem cos. pr. kal. Mai. quo die L. Sulla legatus bello sociali id delevit, quod nunc in villa abiit. Intercidit ibi et Taurania. Sunt morientes Casilini reliquiae = Nel territorio campano la città di Stabia esisté fino al 30 aprile del consolato di Gneo Pompeio e Lucio Catone (89 a.C.), giorno in cui Lucio Sulla, luogotenente nella guerra sociale, la distrusse; ora è ridotta a un borgo rurale. È scomparsa anche la città di Taurania. Anche Tito Livio ne fa menzione: - Ager publicus Populi Romani erat in Samnitibus, qui Tauraninorum fuerat…. e Stefano di Bizanzio: - Tauraniae oppidum Italiane; gentilitium. Tauraninus ut Placentinus et Tauranianus. Beloch ipotizza che Stabia sia aggregata a Nocera: Cfr. K. J. Beloch, Sulla confed.ne nocerina. In Arch. Storico per le Prov. Napoletane, lib. II, Na, 1877, pp. 285-298; Campanien, Breslavia 1892.

xiv L’etnonimo Campania, appare per la prima volta su monete sannitiche del IV sec. a.C, che recano le le­gende kampanom, kappanom e simili, datate (dal Sambon) intorno al 400 a.C.

xv Da non confondere con divini.
xvi Flegrei, dal greco phlegyròs, ardenti, nome di monti e di piani in Tessaglia, Macedonia e Campania. Fu teatro, secondo il mito, di lotte di giganti contro Giove.

xvii Cfr. CDC, anno 982: ipsa sortione mea de ipsum monte sancti pantaleoni ubi dicitur ipsa turella, quantum mihi predicty mansoni amalfitani pertinet da dauferius socrum meum; talis namque ordine illos eidem…

xviii Cfr. www.comune.taurano.av.it/cenni-storici: - È certo che nel sito dove oggi sorge Taurano sia esistito un oppidum sannita, legato con un vincolo federale a Nola; oppidum, distrutto da Silla nel 90 a.C. durante la guerra sociale. Con la conquista romana questo territorio viene investito da un fenomeno di riorganizzazione territoriale che porta alla nascita di molte ville residenziali e di produzione, la più importante delle quali quella ubicata al di sotto del complesso monumentale del convento di San Giovanni in Palco (Nocera de’ Pagani). Con la decadenza dell’Impero romano, anche Tauranium o Taurania conosce un preoccupante regresso economico.

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