di Annamaria Porro*
Uno dei luoghi più affascinanti del territorio campano è l'antica città di Cuma, collocata al limite settentrionale dei Campi Flegrei. Un’ area, occupata da importanti testimonianze archeologiche, risalenti al mondo greco e romano. Cuma che in greco significa onda, fu la più antica colonia su terraferma della Magna Grecia e dell’Occidente, preceduta solo da Pithekoussai (Isola di Ischia). La città risale al 730 a.C., il luogo era perfetto come base per nuove rotte commerciali verso l'isola d'Elba e la Toscana. Una classe aristocratica greca, occupò Cuma, e a conferma della classe agiata che si insediò, sono state ritrovate sepolture con corredi funerari ricchissimi, legati alla grande prosperità del territorio e agli scambi commerciali. Cuma ebbe notevoli difficoltà poi a resistere alle diverse problematiche dei Campi Flegrei, terremoti, battaglie, bradisismo, e così il primo modello greco che si insediò ad Occidente nel giro di pochi secoli fu sostituita, abbandonata. Ancora oggi riusciamo a cogliere la particolarità di quest’area per alcune architetture che sono sopravvissute ed hanno incuriosito i viaggiatori, gli storici di ogni tempo. Sì perché appena si accede alla parte alta della città di Cuma, siamo catturati da una galleria che attraversa la parte sottostante dell’Acropoli della città. Si dice che questo cunicolo era l’antro della Sibilla.
L’antro della Sibilla
Un luogo magico, citato anche da Virgilio nel VI Libro dell’ENEIDE nel I sec. a.C. Una galleria dalla forma trapezoidale lunga 130 metri, scavata nel tufo, attraversata da piccoli flash di luce rende il percorso estremamente affascinante e misterioso. Ancor di più il luogo incuriosisce, perché si pensa sia stata la sede della profetessa di Apollo, la Sibilla Cumana. Qui’ veniva predetto il futuro, tutti si rivolgevano alla grande Sibilla Cumana, anche imperatori romani si sono rivolti a lei. Ma chi era la Sibilla? La Sibilla (profetessa) era una giovane donna bellissima, ed Apollo ne fu talmente attratto da volerla con sé come profetessa, in cambio la divinità, le donò l’immortalità ma la giovane donna non chiese l’eterna giovinezza, per cui nei secoli la donna diventava sempre più piccola tanto da essere rinchiusa in una gabbietta dove si ascoltava solo la sua voce. La sua voce si ascoltava nella galleria posta al di sotto del tempio di Apollo della città di Cuma. La Sibilla in uno stato di trance riusciva a vaticinare gli oracoli di Apollo. Questo stato di trance era provocato dalla vicinanza al lago d’Averno, (un lago vulcanico), un luogo misterioso che emana dei gas sulfurei che rende impraticabile la vita agli uccelli e chi respirava quell’aria entrava in un sorta di estasi, così la Sibilla, con il dono della preveggenza e, sotto gli effetti del luogo doveva parlare al posto di Apollo. La Sibilla cumana previde la fama di Enea che interpellò la divinità in un momento difficile della sua vita. Sempre qui, è stato ritrovato un dischetto in bronzo, contenente un responso oracolare risalente al VII sec. a.C, importante conferma che in questo territorio c’erano i vaticini della Sibilla. Tanti sono i luoghi di fascino e di indiscutibile bellezza, che hanno incantato viaggiatori di tutti i tempi dal Gran Tour ad oggi, l’aristocrazia secolare ha descritto la rara bellezza e il legame profondo con le origini di tutta l’area campana. Un invito quindi ad esplorare il nostro inimitabile territorio, come sempre fusione di cultura, mistero e storia.
*Annamaria Porro. Guida turistica della Campania
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