"Non bastano i concerti e le feste di Ferragosto per qualificare un’amministrazione, né per cancellarne immobilismo, inattività e inadeguatezza".
A parlare è il consigliere comunale di Noi Moderati Maria Rosaria Aliberti che attacca l'amministrazione comunale sullo sperpero di denaro pubblico sul lungofiume a Foce, li dove nel 2019 fu acquistato per 330 mila euro l’area del lungofiume, ma dopo sei anni il polmone verde della città resta ancora nel degrado.
Era il gennaio del 2019, quando dopo una lunga vertenza al Tribunale delle Acque di Napoli, il Comune di Sarno decise di giungere ad un accordo con i proprietari di un’area confinante con il lungofiume di Foce versando 330 mila euro in loro favore. Ma da allora nessun intervento di manutenzione è stato fatto nell’area, benché nel piano regolatore comunale la zona sia stata definita “a vocazione turistica”.
"I 300mila euro buttati a Foce ne sono una delle prove più evidenti: uno spreco che racconta bene un metodo fatto di promesse mancate, degrado e silenzi. - continua la Aliberti - non è un caso isolato. Lo stesso fiume che ancora oggi avvelena i cittadini con 51 scarichi abusivi attivi come ho già denunciato pochi giorni fa, è lo stesso su cui il Comune ha sprecato oltre 300mila euro a Foce senza restituire nulla alla città. Due facce della stessa medaglia: inquinamento e spreco, salute e territorio abbandonati. Il lungofiume di Foce doveva essere il “paradiso ambientale” restituito ai cittadini. Così ci veniva raccontato nel 2019, quando il Comune decise di spendere oltre 300mila euro di soldi pubblici per acquisire l’area dopo un lungo contenzioso. Sei anni dopo, la realtà è amara: nessuna manutenzione, nessuna riqualificazione, nessun progetto. Quella cifra è stata inghiottita nel nulla, mentre l’area è ridotta a parcheggio improvvisato e a lido senza regole.Non possiamo fingere che sia stato un imprevisto. Dal 2019 al 2024 l’attuale sindaco Squillante era assessore alle finanze. Un ruolo centrale di gestione che lo rende corresponsabile di quelle scelte e del perdurante immobilismo. Non può oggi fingersi estraneo: ha firmato e condiviso quella stagione, e i risultati parlano chiaro.
L'ordinanza discutibile. Lungofiume di Foce simbolo di un fallimento
"E di fronte allo scandalo dell’estate, la risposta dell’amministrazione qual è stata? Una ordinanza restrittiva che vieta persino un panino sulle sponde. - aggiunge Aliberti - Una toppa senza visione, che non risolve nulla. È il simbolo perfetto di questa gestione: divieti al posto delle idee, repressione al posto di una vera progettualità. Ma allora viene spontaneo chiedersi: l’assessore all’ambiente dov’è?
Che ruolo ha avuto in questa vicenda? Si è posto il problema del degrado del lungofiume? Ha fatto sopralluoghi, promosso iniziative, sollevato questioni?
Ad oggi non risultano segnali. Un silenzio che pesa come un macigno.
Il lungofiume di Foce è il simbolo di un fallimento:
300mila euro sperperati, una promessa di riqualificazione mai mantenuta, un danno concreto che la città paga da sei anni in termini di degrado, abbandono e occasioni perdute.
Presentata interrogazione e richiesta accesso agli atti
Per fare chiarezza ho già presentato una interrogazione consiliare e un accesso agli atti, per ricostruire nel dettaglio il rapporto Comune–privati e capire come siano stati spesi quei 300mila euro. È doveroso chiarire se non vi siano anche i presupposti per un danno erariale, che spetterà alla Corte dei Conti valutare.
E qui occorre dirlo con chiarezza: non bastano i concerti di Ferragosto per qualificare un’amministrazione. Servono anche quelli, certo, perché la cultura e l’intrattenimento hanno il loro valore. Ma se alle feste non si accompagna una gestione seria del territorio, se agli eventi non seguono progetti, manutenzione e tutela, allora restano solo fumo negli occhi.
Chi ha amministrato fino ad oggi ha dimostrato di non avere né visione né coraggio. Sarno e i suoi cittadini meritano rispetto, verità e un progetto vero per il loro futuro", conclude la Aliberti.