"Da Sarno, dove il fiume nasce limpido e puro, parte un grido che non riguarda solo noi ma l’intero Paese. I cittadini non ne possono più di promesse tradite e annunci rimasti sulla carta. - dichiara Maria Rosaria Aliberti Consigliera comunale di Sarno Consigliera nazionale ANCI – Noi Moderati -
Qui la distanza tra le parole delle istituzioni e la vita quotidiana delle persone è sotto gli occhi di tutti.
Non si può chiedere a un popolo di rassegnarsi a respirare veleno, irrigare i campi con acque sporche, crescere i propri figli lungo un fiume che inquina aria, terra e acqua. Il Sarno è da anni il fiume più inquinato d’Europa. E il modo in cui un Paese tratta l’acqua, bene vitale per eccellenza, è la misura della sua civiltà.
I dati diffusi il 21 agosto 2025 dalla piattaforma pubblica “Energie per il Sarno” parlano chiaro: 51 scarichi ancora attivi lungo il bacino. Trenta¬due sono già scaduti e mai chiusi. Dieci prorogati oltre il 2025. Nove in scadenza quest’anno, con il rischio concreto di ulteriori rinvii. A Sarno, in particolare, restano aperti quattro scarichi scaduti il 5 agosto: un insulto ai cittadini che non può essere liquidato con il solito rimpallo di competenze.
Questi numeri, denunciati da attivisti e tecnici, confermano la necessità di una partecipazione civica vigile e coraggiosa. Per parte mia, ho già depositato un’interrogazione consiliare e un accesso agli atti, per ottenere risposte precise: se i dati pubblicati siano aggiornati e veritieri, perché si siano accumulati ritardi così gravi e se l’impegno solenne di chiudere tutti gli scarichi entro il 31 dicembre 2025 sia ancora valido o già superato dai fatti.
Ma non possiamo più considerarla una “questione locale”. Il Sarno attraversa, tra gli altri, Castellammare di Stabia, San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano, Gragnano, Scafati, Mercato San Severino, Angri e naturalmente Sarno. Nessuna amministrazione può chiamarsi fuori. Rivolgo quindi un appello a sindaci e consigli comunali: facciamo fronte comune. E come consigliera nazionale ANCI porterò questa denuncia all’interno dell’Associazione dei Comuni.
Perché qui non è solo in gioco l’ambiente. Sono in gioco i polmoni, il sangue, la vita delle persone che vedono crescere i casi di tumori e malattie respiratorie. Il Sarno non è soltanto un’emergenza ambientale: è un’emergenza sanitaria e morale.
Questa è ormai una questione di dignità nazionale. Lo Stato non può voltarsi dall’altra parte. Se oggi i cittadini del bacino vivono accanto al fiume più inquinato d’Europa, domani potrebbe toccare ad altre comunità. Qui si decide se l’Italia vuole condannare i suoi figli a crescere lungo un fiume avvelenato o difendere finalmente il diritto all’acqua pulita e a un ambiente sano".