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La storia di Via Duomo, una delle strade più affascinanti di Napoli

05 Maggio 2025 Author :  

Con numeri del turismo sempre più interessanti - nel corso del recente mega ponte tra Pasqua, 25 aprile e 1° maggio, in città sono arrivati oltre un milione di visitatori - Napoli è apprezzata per la sua cucina, per i monumenti e le chiese.

Non sempre, però, si dedica la giusta attenzione all'affascinante storia dietro ad alcune delle sue strade. Una delle più celebri è senza dubbio Via Duomo.

Arteria frequentata ogni giorno da tantissime persone e nota per ospitare alcuni degli hotel più belli della città, veri e propri paradisi dell'ospitalità che, come iltesorosuitespa.com, realtà nota per i servizi dedicati a chi vuole rilassarsi e per l'atmosfera suggestiva della struttura risalente al XVIII secolo, attirano turisti da tutto il mondo, è nota per essere uno dei cardini dell'antica Neapolis.

Con questo nome, si inquadrano le strade che tagliano perpendicolarmente i decumani, ossia le vie principali dell'antico centro urbano.

Il più lungo tra i cardini di Neapolis

Via Duomo è importante in città in quanto rappresenta il più lungo tra i cardini dell'antica Neapolis. A differenza di oggi, con una strada di 1200 metri con un unico nome, in passato la via era suddivisa tra Vico del Tarì, altrimenti noto come Vico del Pozzo Bianco.

A partire dal decumano superiore, la strada prendeva il nome di Vico Gurgite, toponimo che manteneva fino al Duomo.

L'omaggio medievale ad Apollo

Raccontare la storia di Via Duomo a Napoli vuol dire, caratteristica comune a molte altre zone della città, aprire numerosi capitoli storici e parlare di diverse influenze culturali.

Per rendersene conto basta rammentare che, nel Medioevo, la strada era nota come vicus radiis solis. Anche chi ha reminiscenze di latino molto lontane si rende conto che si tratta di un richiamo alla figura di Apollo.

L'omaggio era legato alla presenza, sotto la vicina Basilica di Santa Restituta, di un tempio dedicato proprio al dio del sole.

Gli interventi di miglioramento dell'epoca borbonica

Facendo un grande salto in avanti nel tempo all'epoca borbonica, periodo che ha segnato profondamente Napoli sotto tutti i punti di vista, non si può non menzionare l'iniziativa di miglioramento del cardine, incentrata in particolare sul suo allargamento e sulla creazione di un collegamento diretto tra Via Foria e Via Marina.

Dopo una prima presentazione risalente al 1853, il progetto iniziò il suo percorso verso la finalizzazione con l'approvazione, a seguito dell'unità d'Italia, da parte di Giuseppe Garibaldi.

I lavori andarono avanti per ben sette anni, per la precisione dal giugno 1861 fino al 1868, almeno per quanto riguarda un primo tratto, ossia quello che si concludeva in prossimità del palazzo dell'arcivescovado.

Per vedere il completamento definitivo dei lavori, fu necessario attendere fino al 1880, con la finalizzazione del collegamento con la Marina e con l'abbattimento di una navata della chiesa di San Giorgio Maggiore.

Un altro intervento sull'edificio sacro, il cui nucleo iniziale risale al periodo tra il IV e il V secolo, riguardò la ricostruzione della facciata.

La via dei musei

Via Duomo è nota a Napoli anche per un altro aspetto che la rende speciale: il fatto di ospitare ben sette musei, peculiarità che la rende un riferimento senza eguali in città per chi vuole fare il pieno di cultura e bellezza.

Il primo luogo d'arte che citiamo è il Museo Madre, ossia il Museo di Arte Contemporanea Donnaregina, spazio che ospita le opere di grandi nomi come Mimmo Paladino.

Sempre nel complesso monumentale di Donnaregina, troviamo il Museo Diocesano.

Famoso in tutto il mondo è senza dubbio il Museo di San Gennaro, dove è possibile trovare, oltre alle celebre collezioni e ai paramenti vescovili del patrono partenopeo, anche i 52 busti in argento che raffigurano i co-protettori della città, ossia i 52 vicari di San Gennaro.

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