Annamaria Porro*
Galleria Principe di Napoli: la sorella primogenita della bellissima Galleria Umberto I. Nata tra il 1870 e il 1883 circa, dieci anni prima della famosa galleria Umberto I di Napoli, la galleria Principe di Napoli ha una storia molto interessante. È situata difronte al Museo Archeologico di Napoli, in pieno centro storico. Nel corso dei secoli quest'area ha avuto differenti funzioni, da deposito del grano a prigione a passaggio coperto. L'area fin dall’epoca spagnola, era individuata come la zona delle “fosse del grano”, perché per quattro secoli, dalla metà del ‘400 fino al 1804, ha accolto tutto il grano del regno di Napoli. Nel ‘600 la zona fu coinvolta in diversi cambiamenti, sorsero altri depositi ed edifici sacri tra i quali San Giovanni Battista delle Monache e Santa Maria di Costantinopoli, la presenza di quest’ultima modificherà il progetto finale della galleria. Successivamente, i depositi persero di importanza diventando caserma militare e poi prigione.
Le prime architetture in ferro e vetro in Europa
A metà dell’800, in Europa si realizzavano le prime architetture in ferro e vetro, simbolo dello sviluppo industriale e dell’imprenditoria borghese e Napoli nonostante le grandi difficoltà economiche e sociali, era sempre un polo culturale, ed attraeva ancora la nobiltà meridionale, professionisti ed intellettuali. In questo clima di emancipazione industriale si punta alla riqualificazione di quest’area. Un passaggio coperto simile alle belle gallerie di Londra e Parigi che in quegli anni dettavano le novità in campo architettonico ed industriale.
Fine '800 partono i lavori di riqualificazione della zona museo
Iniziano alla fine dell’800 i primi lavori di qualificazione di tutta l’area a ridosso del Museo, attraverso un passaggio coperto a scopo commerciale. Il progetto iniziale della galleria Principe di Napoli prevedeva quattro bracci disposti a croce con al centro una copertura piana in ferro e vetro, saranno realizzati solo tre per la presenza su un lato della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. Un esempio di architettura a ferro e vetro, nel cuore antico della città. Inizialmente questa area doveva rappresentare il “salotto buono ”dell’alta società napoletana, ma in realtà la galleria non ebbe mai il successo sperato. Nonostante la bellezza, negli anni successivi fu devastata dal degrado e dall’abbandono. Oggi grazie ad un patto di collaborazione tra il Museo Archeologico e il Comune, la galleria è coinvolta in diverse iniziative culturali. Si punterà ad una valorizzazione strategica degli spazi e all’ esaltazione di questo collegamento tra Museo ed Accademia di Belle Arti.
*Annamaria Porro. Guida turistica della Campania
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