"Rocco Scotellaro: un intellettuale contadino scrittore oltre la modernità", se ne è discusso ieri ad Oliveto Citra, in provincia di Salerno, durante il secondo "Bibliocafè" della XL edizione del "Sele d'Oro", ad un anno dal centenario dalla nascita. A parlarne i docenti dell'Università degli Studi di Salerno Vincenzo Salerno e Sebastiano Martelli, uno dei massimi specialisti e studiosi di Rocco Scotellaro, a fare gli onori di casa il sindaco di Oliveto Citra, Carmine Pignata.
Durante l'incontro i due illustri docenti hanno dialogato e sviscerato nel dettaglio questo straordinario autore Lucano, in particolare si è discusso dei tre volumi che l’editore maceratese Quodlibet ha mandato in libreria un anno dopo le celebrazioni degli anni scotellaniani. Tre volumi che arricchiscono notevolmente, per qualità e quantità di contributi, la bibliografia esistente sulla vita e le opere di quest’"anima di latte e di erba” (come di lui disse Franco Fortini). In particolare il professore Sebastiano Martelli è stato il curatore di uno dei volumi "I fuochi di San Pancrazio".
I tre volumi che a poco più di cento anni dalla nascita di questo straordinario autore restituiscono ai lettori la sua complessità, l’interconnessione dei saperi e il concreto superamento di una visione duale.
«Era una testa solida il ragazzo di Tricarico uno di quei tipi che hanno sempre qualche idea loro da darti e qualche idea tua da farti germogliare in mente». (di lui disse Italo Calvino)
Ma chi era Rocco Scotellaro
Rocco Scotellaro nacque a Tricarico nel 1923 e morì a Portici nel 1953. Aderì al Partito socialista nel dicembre 1943 e svolse un’intensa attività politico-sindacale, divenendo sindaco del suo paese dal 1946 al 1950. Nel 1946 conobbe Carlo Levi e Manlio Rossi-Doria che, insieme a Rocco Mazzarone, furono suoi maestri. Dopo aver subito un arresto per vendetta politica, abbandonò Tricarico e trovò lavoro presso l’Osservatorio di economia e politica agraria di Portici. La centralità della questione della terra e delle strategie politico-culturali provocò, all’indomani della morte precoce, un acceso dibattito circa le vie del riscatto del mondo contadino meridionale; Scotellaro divenne la realtà di un mito. Il libro di poesie "È fatto giorno" ottenne l’assegnazione postuma del premio Viareggio nel 1954; nello stesso anno uscì presso Laterza Contadini del Sud e poi, nel 1955, L’uva puttanella. L’edizione di Tutte le opere è stata pubblicata da Mondadori nel 2019.
Scotellaro fu narratore in prosa –dell’incompiuto romanzo autobiografico L’uva puttanella, del reportage ‘sociologico’ Contadini del Sud e della raccolta di racconti Uno si distrae al bivio – e fu sindaco a Tricarico – “sindaco bambino” lo chiamavano i suoi compaesani che lo avevano eletto a soli ventitré anni –impegnandosi per la realizzazione della Riforma Agraria in Basilicata e partecipando attivamente alle lotte di coloni e mezzadri contro i soprusi dei latifondisti lucani.
I fuochi di San Pancrazio, il film ambientato nella prima metà del '900
La storia del progetto cinematografico "I fuochi di San Pancrazio". Il film – ambientato nella prima metà del ‘900, ha come soggetto la storia familiare del fuochista lucano Pancrazio Piratore, tra alterne fortune fino al tragico finale – non fu realizzato per la morte improvvisa di Scotellaro. Il materiale raccolto in questo libro diventa, perciò, una sorta di preziosissima guida alla ‘lettura-visione’ della versione filmica mai proiettata. Ancora, offre una significativa testimonianza di quello che il cinema stava diventando in quegli anni: agli occhi di Scotellaro, “ciò che avvince tutte le classi sociali, come l’arte primitiva d’un mondo a venire”.
"Dallo studio delle carte si evince la natura “anfibiologica” della scrittura scotellariana: doppia nel significato e nell’immaginario; doppia nel ‘segno’ linguistico (letterario e cinematografico)" - spiega il professore Vincenzo Salerno.
“All’incrocio tra saperi, interferenze, contaminazioni e codici diversi”, dice Martelli, “e un inevitabile continuo rapporto ermeneutico con la storia e la cultura che l’autore e i testi hanno attraversato”. Martelli - sottolinea durante l'incontro di ieri - "il problema di allora era quella di trovare una strategia economica, sociale, politica per conciliare il vecchio mondo con il nuovo oppure, attraverso una industrializzazione forzata, cercare una conciliazione per accompagnare questo processo di cambiamento, poi anche da un punto di vista politico - culturale. Come far si che quel mondo contadino possa riconoscersi a livello civile, istituzionale, culturale, economico, sociale in questo mondo meridionale. Questo era il discorso di allora che purtroppo si pone ancora oggi. Ecco perchè era opportuno che all'interno di questo discorso sull'Autonomia differenziata ci fosse un personaggio come Rocco Scotellaro, perchè il tema che all'epoca si poneva Scotellaro è lo stesso che ancora si pone oggi, cioè: cosa possiamo fare da un punto di vista politico, culturale, istituzionale perchè la gente, che continua ad abitare in questo nostro mezzogiorno, si possa riconoscere nelle istituzioni e non scappare. Scotellaro voleva cercare una concilizione, la stessa che bisogna trovare oggi", spiega Martelli.