banner agro

Banner Scuola

Alcolici contraffatti prodotti con alcool anti-covid: arresti e sequestri a Cava de'Tirreni e Pagani

16 Marzo 2023 Author :  

Alcolici contraffatti prodotti con l'alcol anti-covid, prodotti potenzialmente tossico se ingerito: 12 arresti. Sequestri e arresti anche nella provincia di Salerno a Cava de' Tirreni e Pagani. Sotto sequestro due aziende di Cava de' Tirreni e Pagani nel salernitano e aziende nel napoletano, ma l'operazione riguarda anche altre regioni. 

Usavano ingenti quantitativi di alcol denaturato importato dall'estero per fronteggiare la pandemia da Covid-19 per produrre bevande alcoliche adulterate e contraffatte poi con i marchi di alcolici. Usavano ingenti quantitativi di alcol denaturato importato dall’estero per fronteggiare la pandemia da Covid-19 per produrre bevande alcoliche adulterate e contraffatte poi con i marchi di alcolici: insieme all’ispettorato ICQRF del Ministero dell’Agricoltura è stato scoperto anche questo dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli che ha notificato 12 arresti (3 in carcere e 9 ai domiciliari) e sequestrato beni per un valore complessivo da 10 milioni di euro. I finanzieri hanno apposto i sigilli a un liquorificio di Giugliano in Campania (Napoli), a una tipografia di Cava dè Tirreni (Salerno) e a una casa vinicola di Pagani (Salerno). Nei confronti degli indagati il tribunale di Napoli Nord, su richiesta dell’ufficio inquirente coordinato dal procuratore Antonietta Troncone, ha disposto anche un sequestro preventivo delle imposte evase da 250mila euro. Trovate anche bottiglie con la dicitura olio d’oliva ma che invece contenevano olio di semi. Dagli accertamenti è emerso che le bevande contraffatte venivano vendute a cantine, distillerie, grossisti e rivenditori al dettaglio tra Campania, Puglia e Calabria. Ma i liquori, è emerso dalle analisi chimiche, contenevano anche sostanze nocive tipiche dei disinfettanti (alcool isopropilico e metiletilchetone) non destinate per l’uso alimentare. La contraffazione ha riguardato anche presunto champagne sulle cui bottiglie sono state trovate le griffe false di noti marchi internazionali, anche DOP, ma che invece contenevano solo vino spumante.

L'operazione 

Nelle prime ore della mattinata odierna, i militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della
Guardia di Finanza di Napoli e gli Ispettori dell'Ispettorato Centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) del Ministero dell'Agricoltura, diretti dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali.
Tale ordinanza è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli Nord, nei confronti di 12 soggetti (3 dei quali attinti dalla custodia cautelare in carcere e 9 dalla misura degli arresti domiciliari) gravemente indiziati, in associazione tra loro, dei reati di adulterazione e contrabbando di prodotti alcolici, sottrazione all'accertamento ed al pagamento dell'accisa sull'alcool e sulle bevande alcoliche, frode in commercio, ricettazione, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, contraffazione di marchi, segni distintivi e valori di bollo.
L'attività di indagine ha consentito di far emergere gravi indizi di colpevolezza in ordine alla sussistenza di un sodalizio criminale strutturato e con ramificazioni anche al di fuori della regione Campania, formato da soggetti pluripregiudicati che interagivano tra loro mediante un ben collaudato modus operandi.
In particolare, attraverso il minuzioso lavoro degli investigatori diretti dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, è stato possibile accertare come l'associazione per delinquere, attiva tra le province di Napoli e Salerno, anche sfruttando il contesto emergenziale connesso alla pandemia da Covid19, si sia procacciata ingenti quantitativi di alcool denaturato di illecita provenienza estera, mediante la predisposizione di documenti di trasporto falsi e Putilizzo di società fittiziamente intestate a terzi, al fine di introdurre nel territorio dello Stato, in regime di contrabbando, un prodotto in apparenza destinato alla sanificazione.
L'alcool denaturato di provenienza illecita veniva poi impiegato per la realizzazione di bevande alcoliche contraffatte ed adulterate, che venivano realizzate all'interno di opifici clandestini (ubicati in Sant'Antimo, Sarno e Pagani) presso cui avveniva anche la materiale contraffazione del prodotto, attraverso
Putilizzo di materiale falsificato utile all' imbottigliamento (segni distintivi, tappi ed etichette).
Le bevande contraffatte ed adulterate dall'associazione venivano, poi, immesse in commercio in evasione dell'IVA e dell'accisa sui prodotti alcolici, attraverso attività di vendita realizzate in favore di cantine, distillerie, grossisti e rivenditori al dettaglio siti in Campania, Puglia e Calabria.
Le analisi chimiche eseguite dai laboratori dell'ICQRF sulle bottiglie sottoposte a sequestro hanno permesso di rilevare un titolo alcolometrico diverso da quello riportato nelle etichette apposte sui prodotti, oltre a far emergere l'aggiunta di materie prime non idonee al consumo umano e pericolose per la salute, riconducibili ad un mercato occulto e parallelo.
Le sostanze nocive riscontrate all'interno delle bevande commercializzate dall'associazione (alcool isopropilico e metiletilchetone) sono tipiche, infatti, della composizione dell'alcool destinato alla produzione di disinfettanti chimici, sicché si tratta di sostanze non utilizzabili nel ciclo produttivo dei prodotti alimentari.
In un caso, la manipolazione dei vini spumanti e degli alcolici sequestrati è avvenuta rimuovendo i sigilli apposti ad una cisterna sequestrata in precedenza dall'Autorità Giudiziaria, sottraendo l'alcool ivi contenuto e sostituendolo con quello denaturato fornito dagli associati, avente requisiti fisici ed organolettici non idonei allo scopo commerciale.
L'articolata attività investigativa ha evidenziato, inoltre, la contraffazione dei contrassegni di state che devono essere apposti per legge sui prodotti alcolici, in quanto i tagliandi utilizzati. dall'associazione venivano materialmente contraffatti da una stamperia gestita da un coindagato, il quale si occupava di realizzare contrassegni che recavano plurime difformità rispetto a quelli originali, come accertato dalle perizie redatte dal personale appartenente all'Istituto Poligrafico Zecca dello Stato.
Gli esiti delle indagini hanno fatto emergere non solo la produzione di bevande contraffatte contenenti alcool lavorato con materie pericolose per la salute umana, ma anche attività illecite di falsificazione di bottiglie di champagne apparentemente recanti nomi di noti marchi internazionali; bottiglie che, pur esponendo abusivamente il marchio DOP, in realtà contenevano solo vino spumante "generico", e recavano etichette prive delle indicazioni prescritte dalla normativa europea di settore
In alcuni casi, peraltro, le bottiglie immesse in commercio dagli associati costituivano provento di furto, come certificato dalle case madri produttrici delle bevande alcoliche rinvenute nella disponibilità dell'associazione.
• Le attività di perquisizione e sequestro eseguite nel corso dell'indagine hanno consentito di riscontrare, altresì, la realizzazione e l'immissione in commercio di olio d'oliva non genuino e non conforme
agli standard tipici di tale alimento.
"In particolare, gli accertamenti tecnici sul contenuto delle bottiglie rinvenute all'interno dei locali nella disponibilità degli indagati hanno dimostrato che, a dispetto della dicitura "olio d'oliva", esse
contenevano in realtà olio di semi. La falsità di tale alimento non atteneva solo alla natura ed all'origine, ma anche al confezionamento del prodotto, poiché l'olio di semi era inserito in bottiglie apparentemente identiche a quelle prodotte e commercializzate dalle rispettive case madri, sulle quali erano anche apposte etichette false.
Oltre alla dubbia qualità delle materie prime impiegate, sia per proprietà organolettiche che per ignota provenienza, lutilizzo di etichettature con la mendace indicazione "made in Italy" e la falsa indicazione di origine delle merci impedivano al consumatore, al momento dell'acquisto, di ricevere le necessarie informazioni sulla esatta provenienza e composizione dei prodotti.
Il sodalizio oggetto d'indagine ha, inoltre, provocato un ingente danno al tessuto imprenditoriale lecito ed all'erario, in quanto l'acquisto di alcool in regime di contrabbando e l'assenza di costi relativi ai controlli di qualità consentiva di praticare prezzi di vendita illecitamente concorrenziali, in ragione dell'evasione dell'accisa conseguente all'utilizzo di alcool non gravato da tale imposta, stante la formale denominazione di alcool denaturato funzionale alla sanificazione.
Su queste basi, oltre alle misure cautelari personali, è stato disposto nei confronti degli indagati il sequestro preventivo delle imposte evase, quantificate in circa 250.000 euro.
Sono stati, inoltre, sottoposti a sequestro un liquorificio di Giugliano in Campania (NA), una tipografia di Cava de' Tirreni (SA), una casa vinicola di Pagani (SA) e tre opifici clandestini siti in
Sant'Antimo (NA), Sarno (SA) e Pagani (SA), per un valore stimato di oltre 10 milioni di euro.
In precedenza, nel corso delle indagini, erano state sottoposte a sequestro, tra l'altro, circa 22.000 bottiglie di bevande alcoliche varie, 650 bottiglie di champagne contraffatto, 900 bottiglie di olio recanti segni distintivi falsi, 800 bottiglie di liquore e di grappa risultate oggetto di furto e oltre 300.000 contrassegni di stato contraffatti, nonché punzoni e cliché necessari per la produzione di etichette tipiche di champagne e distillati di pregio, prodotti da note marche nazionali ed internazionali.
L'operazione odierna si pone in continuità con una precedente indagine diretta da quest'Ufficio di
Procura, sfociata la scorsa settimana nel riconoscimento giudiziale di un'associazione a delinquere dedita al contrabbando di alcool, nonché alla consumazione di reati di bancarotta fraudolenta e di altre fattispecie di reati criminalità economica.
In particolare, all'esito della corposa ma celere fase dibattimentale, il Tribunale di Napoli Nord ha condannato in primo grado numerosi imputati per i reati finanziari oggetto di contestazione, con irrogazione di pene a carico dei promotori dell'associazione comprese tra 7 anni e 6 mesi e 9 anni di reclusione.
A testimonianza concreta, dunque, ancora una volta, dell'efficace collaborazione sinergica tra le
Istituzioni dello Stato per la tutela degli interessi erariali, dell'imprenditoria sana e dei diritti (in primis quello alla salute) dei consumatori.

banner belmonte

Punto Agro News

PuntoAgronews è un giornale online che si occupa del territorio tra l'Agro Nocerino Sarnese e la Costiera Amalfitana. 

CONTATTACI: 

redazione@puntoagronews.it

Via Nazionale, 84018 - Scafati

Tel. 3285848178

 

 

Publica Blu Trasp2