di Annamaria Porro
Altro luogo affascinante del nostro patrimonio storico artistico sono gli scavi archeologici della città di Paestum. Questa zona racconta la stratificazione abitata fin dall’antichità. Grazie alle testimonianze oggi visibili e visitabili di meravigliosi templi di ordine dorico, abbiamo la possibilità di viaggiare a ritroso nel tempo. Un tempo in cui questa città era emporio commerciale e luogo di riferimento per le terre vicine. Il nome di Paestum ( nome latino) deriverebbe da Poseidonia che riprende sicuramente il tempio di Poseidone presente negli scavi. E Come Atene si rifà alla dea Atena, anche Paestum richiama la divinità di Poseidone. Divinità del mare, adorata dai primi coloni greci che giunsero da Sibari alla ricerca di nuove terre da occupare. Per la sua importante collocazione Paestum visse momenti di grande gloria sia a contatto con le popolazioni “italiche” sia quando nel III sec. a.C diventò città latina ed entrò a far parte dell’orbita romana. La particolarità di questa città non e’ solo il fascino dei tre magnifici Templi dedicati ad Atena (Cerere) , a Nettuno (Apollo Medico) e ad Hera detto Basilica, ma anche tutto ciò che la letteratura latina racconta sulle rose coltivate qui’ a Paestum, conosciute in tutto l’impero Romano e famose per la loro bellezza, per il profumo e per le qualità mediche.
Le rose di Paestum
Perché le rose di Paestum erano così famose? Perché le rose di Paestum sono bifere cioè fioriscono due volte l’anno, è un fiore ricco di petali da una colorazione rosso vivace. Dalla coltivazione delle rose gli abitanti di Paestum ottenevano degli ottimi fiori che esportavano a Roma, inoltre producevano un delizioso vino alle rose decantato dai tanti letterati latini che ne apprezzava il gusto dolciastro. Le rose però erano coinvolte in un altro settore importantissimo quello della medicina. Infatti si racconta che a Paestum abbondavano i medici che curavano con piante prodotte stesso in città. Da qui l’idea da parte degli studiosi di considerare i templi, luoghi di cura per gli ammalati che arrivavano da diverse parti delle zone circostanti per farsi curare da bravi medici che sfruttavano le erbe mediche e i fiori locali. Il Tempio di “ Nettuno” chiamato erroneamente dai primi visitatori del ‘700 era invece probabilmente consacrato alla divinità di Apollo medico, a conferma di tale ipotesi sono i ritrovamenti di un tempietto dedicato alla divinità di Esculapio nei pressi del tempio, e numerose statue votive dedicate ad Apollo confermerebbe l’ipotesi di una zona prettamente dedicata alla medicina. Una zona sacra dove avvenivano guarigioni e rituali sacri.
Gli scavi
Gli scavi iniziarono ufficialmente nel 1907. I primi viaggiatori del gran tour del Settecento, raccontavano di un luogo affascinante di rovine greco-romane abbandonate tra mandrie di bufale e vegetazione. Si perché nel Settecento non c’era il “rispetto” dell’antico e così le rovine di Paestum convivevano con la quotidianità pastorale del territorio. Solo successivamente e con la sensibilizzazione di grandi uomini di cultura gli scavi di Paestum sono stati riconosciuti da tutti i letterati, storici e archeologi come un patrimonio di grande bellezza. Dagli scavi emerge una zona molto ampia dedicata ai templi, un importante piazza commerciale (foro) dove insistono tante botteghe e luoghi amministrativi della città. La presenza di un anfiteatro, di un ospedale e della prima tomba del fondatore della città: la famosa tomba di Is” collocata sempre nei pressi del foro. A poca distanza da quest’ultimo è possibile vedere la bottega di un profumiere in cui si nota la base di un torchio che sicuramente serviva per realizzare profumi. Inestimabile il valore di tutta l’area che coinvolge il visitatore in un percorso sensoriale attraverso la bellezza della storia e l’inconfondibile profumo di rose.