di Francesco Apicella
"Io, una volta, stavo girando un film in Tunisia"ha raccontato il regista Giovanni Veronesi nel corso di una delle puntate di "Maledetti amici miei", il fortunato programma serale di Rai 2 del 2019 "avevo un cavallo bianco che doveva correre nel deserto, libero, a briglie sciolte, senza sella e, soprattutto, senza nessuno che lo montava. La difficoltà della scena stava nel come far fermare il cavallo una volta che fosse partito al galoppo; a farlo partire era facile, bastava dargli una frustata sul culo e quello subito sarebbe schizzato via come un razzo. Ma, poi, una volta finita la scena, come lo avrei fermato? Questo era il mio cruccio! Sul set c'era pure l'"animalaro" , il famigerato Carotenuto che forniva gli animali "ammaestrati" alle produzioni che ne avevano bisogno. Gli espressi il mio dubbio:"Allo stop come lo fermo? " "A dottò ognuno fa il suo mestiere. Nun se preoccupi, lo fermo io che sò competente" "Mi raccomando, deve passare sulla linea dell'orizzonte, dove c'è il sole" " Nun se preoccupi!" "Ciak, azione!" L'animalaro dà una frustata al cavallo sul culo e questo parte al galoppo, agile ed elegante, lo sto riprendendo, galoppa e passa davanti al sole come volevo io. Bellissimo! Soddisfatto, dico :"Stop!"Io contino a dire:"Stop, stop!" e il cavallo continua a galoppare. "Ma mica la sente" mi fa il cavallaro "Ho capito!" gli dico "ma come si fa a fermarlo?" "Bisogna prendere la jeep e corrergli dietro!" "Come corrergli dietro? Visto l'avvio che ha preso, possiamo fare 10 chilometri co' sto cavallo" protesto "A dottò, dobbiamo rincorrerlo!" Prendiamo la jeep, con un tunisino che guidava, e montiamo su io e il cavallaro. Arrivati accanto al cavallo, il cavallaro fa al tunisino:" Accostete!". Il tunisino lo guarda perplesso "Accostete!" Il cavallo si gira e ci guarda curioso, continuando a correre, come a dire:"ma che cazzo vogliono questi?". A un certo punto io penso:"Mò gli dirà la frase che lo fa fermare perchè lui è l'addestratore". Lui si sporge dalla jeep e rivolto al cavallo gli fa"Fermete! "Ma come, fermete!" gli dico"è' questa la parola chiave per far fermare il cavallo?" "A dottò a ognuno il suo mestiere, lei faccia il suo che io faccio il mio"."Fermete!" continua a gridare al cavallo, che non se lo fila per niente "A testa de' cazzo, fermete! Ma li mortacci tua, te devi da fermà, fermete!". Il cavallo continuava a galoppare, imperterrito. A un certo punto, dopo 1 chilometro, ha visto un cespuglietto in mezzo al deserto, l'unica cosa verde che c'era in quella distesa di sabbia, si è fermato da solo e ha cominciato a brucare l'erbetta del cespuglio. Siamo scesi dalla jeep e subito il cavallaro ha preso un lazo per acchiapparlo al volo. "Ma lasci perdere" gli dico "A dottò, me faccia fà il mio lavoro!" Ha preso di tutto col lazo: me, l'autista, la macchina...eccetto il cavallo! Gli dico:" ma non si può andargli vicino?" Senza aspettare la sua risposta, mi sono avvicinato al cavallo, l'ho accarezzato e gli ho fatto un pò di coccole. Era buonissimo! L'abbiamo legato dietro la jeep e l'abbiamo riportato indietro. "Si nun c'ero io" ha fatto il cavallaro, convinto, "nun so proprio come avreste fatto....!" Ringrazio Giovanni Veronesi, bravissimo regista, sceneggiatore, attore e conduttore radiofonico, per per avermi fatto conoscere questo simpatico e gustoso aneddoto che io, con piacere, ho voluto condividere con voi.